Big data e tre esempi per il mondo assicurativo

I big data sono dati la cui gestione non può essere fatta con strumenti tradizionali. Non possono essere inseriti in colonne e righe di un foglio Excel, non possono essere analizzati con una semplice regressione e non possono essere salvati sul disco fisso di un computer. I big data sono grossi in Volume, Velocità e Varietà, si parla infatti delle tre V dei big data.

1. VOLUME

I big data occupano così tanto spazio da non poter essere salvati su un classico hard disk. Si è stimato che nell’anno 2000 il 25% delle informazioni prodotte a livello mondiale fosse immagazzinato in forma digitale, ma già nel 2013 questa percentuale è salita al 98%, per un ammontare di 1200 exabyte prodotti (un exabyte corrisponde a un miliardo di miliardi di byte) e si stima che entro il 2020 i dati in formato digitale creati e consumati in un anno sarà pari a 40 zettabyte (uno zettabyte corrisponde a un migliaio di exabyte).

2. VELOCITA’

I big data vengono generati molto velocemente. Twitter ad esempio elabora circa 6000 tweets per secondo. La velocità dei big data mette le aziende di fronte alla sfida di sfruttarli con altrettanta velocità, utilizzando le informazioni utili per il business e minimizzando i tempi di elaborazione.

3. VARIETA’

I big data non hanno lo stesso formato. Possono essere per esempio un mix di dati in TXT, CVS, PDF, Word, Excel e per questo sono definiti non strutturati. La varietà dei big data è dovuta anche alla varietà delle fonti di generazione: alcuni sono generati automaticamente da macchine mentre altri da utenti.

Quando i dati sono generati da utenti si parla di HUMAN GENERATED DATA, mentre nel caso di dati generati automaticamente da macchine abbiamo i cosiddetti MACHINE GENERATED DATA.

1. Gli HUMAN GENERATED DATA sono informazioni generate da persone, dall’utilizzo di social network, email o altre attività dove siamo noi a scrivere o a cliccare.

2. Nel caso dei MACHINE GENERATED DATA è la macchina che genera il dato e che lo comunica a un’altra macchina. Questa tipologia d’informazioni ha dato vita al cosiddetto universo dell’Internet of Things (IoT), un mondo dove gli oggetti hanno un chip connesso a internet in modo tale che possa esserci uno scambio di informazioni. Il settore assicurativo, così come tutti gli altri business, può trarre grande vantaggio dai big data. Di seguito tre esempi di come i big data (human e machine generated) possono essere sfruttati dalle assicurazioni.

1. Utilizzare i dati dei social media per aver informazioni personali sui singoli contrenti e in tempo reale consente di offrire polizze personalizzate con prezzi più vantaggiosi.

2. Nel campo RC auto l’utilizzo di black box all’interno di automobili consente alle compagnie di avere informazioni più precise sul profilo di rischio dei contraenti e maggiori informazioni in caso di sinistro, consentendo non solo la personalizzazione delle polizze ma anche di prevenire eventuali frodi.

3. Le assicurazioni sulla salute e sulla vita attraverso l’utilizzo di social network o wearable technology possono premiare il comportamento sano di clienti e personalizzare la relazione con il cliente per motivarlo ad assumere abitudini che migliorino il suo stile di vita.